Danny Boyle torna a riprendere i personaggi ideati Irwin Welsh e dirige il sequel di Trainspotting a più di 20 anni di distanza.
Ispirandosi in parte al sequel diretto di Irwin Welsh Porno, Boyle, richiama tutto il cast storico e firma il seguito diretto della pellicola del 1996.
Quello che ne esce fuori è un film che sembra essere un documentario sbiadito dei personaggi presentati 21 anni fa.
Invecchiati, stanchi, saturi e prigionieri di quello che erano un tempo, Renton & Co. si ritrovano faccia a faccia per risolvere il tradimento finale della pellicola precedente.
Lasciata da parte la droga, stavolta ci si concentra nel mondo del Porno ma, quello che sembra mancare è la genuinità della pellicola precedente che, mina comunque un buon lavoro dietro la macchina da presa.
Tutto quello che si vede in T2, è una sorta di grandissimo rimpianto di ogni personaggio che cerca di rivangare il passato, dagli errori di gioventù, alla morte di Tommy, passando per l’eterna dipendenza di Spud, L’odio/invidia/amicizia tra Sick Boy e Renton ed un Begbie sempre più rincoglionito e voglioso di risse.
Quello che non funziona sta nel ripetere, quasi in maniera ossessiva i rimandi alla pellicola precedente che, snaturano un film non brutto ma, lontano parente del capolavoro precedente.
Anche gli attori stessi, sembrano andare con il pilota automatico e, sebbene il film non annoia mai, nella parte finale mostra una grande confusione.
In finale, il più grande difetto di Trainspotting 2 è essere il sequel di Trainspotting.
Quando si aspetta 20 anni un film, o si tira fuori dal cilindro un signor film altrimenti, il fallimento è dietro l’angolo
Consigliato solo per i fans più duri di Trainspotting
Voto 6