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Pioggia di ricordi: La nostra recensione di un’opera da riscoprire

Pioggia di ricordi arriva al cinema per la prima volta in Italia dopo aver debuttato sugli schermi giapponesi nel 1991, ben trentatré anni fa!

La rassegna Un mondo di sogni animati organizzata dall’italiana Lucky Red in collaborazione con lo Studio Ghibli porta finalmente nel nostro Paese la seconda pellicola diretta da Takahata Isao sotto l’egida dell’ormai mastodontico studio d’animazione, la quale ottenne un successo assoluto nell’anno di uscita e raggiunse il primo posto al botteghino nipponico.

sogni animati

È il 1982 e Taeko, giovane impiegata ventisettenne, lascia temporaneamente Tokyo per trascorrere una breve vacanza in campagna aiutando i parenti acquisiti della sorella Nanako a raccogliere i fiori di cartamo, utilizzati tutt’oggi in Giappone per produrre una pregiata tinta per le labbra. Durante il viaggio, alla protagonista sovvengono frammenti di vita della sé di dieci anni, così tanto volenterosa di lasciare Tokyo per le vacanze come facevano le sue compagne di scuola. La piccola Taeko prende le redini della narrazione e ci fa così attraversare la prima cotta per un ragazzo di una classe differente dalla sua, la scoperta da parte della famiglia di un esotico frutto chiamato ananas e l’arrivo delle mestruazioni (estremamente insolito per l’epoca, tanto che fu motivo di censura del film all’estero).

Giunta nella prefettura di Yamagata, a quasi 400 chilometri da Tokyo, viene scortata dal giovane Toshio verso l’abitazione dei parenti della sorella maggiore, pronta a iniziare la lavorazione del cartamo. Fatto ciò, si trova a chiacchierare con il giovane dell’amore per l’agricoltura da cui è stato travolto anni prima, sentimento che lo ha spinto ad abbandonare la grande città di Tokyo per dedicarsi alla vita di campagna. Confrontandosi con questo sogno realizzato non senza le dovute difficoltà, la Taeko decenne fa nuovamente capolino ripercorrendo una breve parentesi attoriale legata alle recite scolastiche per cui ricevette addirittura una proposta di lavoro, che fu però costretta a rifiutare causa disprezzo del padre per il mondo dello spettacolo.

In seguito a vari passaggi tra il presente – con personaggi precisamente delineati ed ambientazioni estremamente fedeli alla realtà – ed il passato – più malleabile e acquerellato – di una giovane donna che con ogni probabilità sta affrontando quella che oggi viene definita crisi del quarto di secolo, la storia si conclude con un viaggio in treno di ritorno verso Tokyo interrotto bruscamente in seguito alla realizzazione di Taeko di voler rimanere in campagna con Toshio.

PioggiaDiRicordi main

Ci troviamo di fronte a una sfida assolutamente vinta da Takahata: una storia che fu in grado di confermare l’animazione come medium, strumento attraverso il quale raccontare storie per pubblici variegati, senza relegarlo solo a narrazioni per bambini. Dove altro è possibile trovare, prima di Pioggia di ricordi, il racconto di frammenti di vita di una semplice impiegata cittadina drammatizzandoli a tal punto da renderli parte di una complessiva universalità? Da nessuna parte (e forse ciò non è avvenuto neppure in seguito).

Insomma, questo è uno di quei film che sopravvive al tempo e lascia un segno indelebile dopo la sua visione, aiutato da una colonna sonora delicata quanto la storia stessa e da un tocco di umanità sempre dietro l’angolo, quasi come se le manine della piccola Taeko fossero sempre pronte a condurre lo spettatore nel suo personale parco giochi.

Non perdetevelo! Dal 4 al 10 luglio nei cinema italiani convenzionati.

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