Una trilogia che ci ha fatto emozionare e troppo poco considerata quando si parla di saghe cinematografiche, Il Pianeta delle Scimmie parla di rivoluzione e di autodeterminazione, seguendo le vicende di Cesare, il primo primate che ha dato modo di far evolvere la sua razza e librandola dalle catene dell’uomo. E anche oggi con la pellicola di cui andremo a parlare in questa recensione il messaggio non cambia.
Dopo la conclusione della trilogia con The War – Il pianeta delle scimmie (Matt Reeves, 2017) torniamo nel mondo governato dagli animali con Il Regno del Pianeta delle Scimmie, primo capitolo di una nuova trilogia diretta da Wes Ball, noto per aver diretto la trilogia tratta dall’omonimo libro Maze Runner.
Il film è ambientato 300 anni dopo gli eventi del terzo film, dove le imprese di Cesare vengono ancora ricordate e gli umani per una mutazione del virus che ha reso possibile lo sviluppo della società scimmiesca ha fatto praticamente estinguere la razza umana, facendo perdere ai pochi rimasti la capacità di parlare.
La pellicola segue le vicende di Noa (Owen Teague), un giovane scimpanzé’ figlio di uno dei capi del suo clan, i cui membri hanno creato con il tempo un legame speciale con le aquile, le quali vengono usate come animali da compagnia, da caccia e guide spirituali.
Le peripezie di Noa cominciano quando l’esercito di Proximus Caesar (Kevin Durand) rapisce l’intera colonia del protagonista, nell’intento di riuscire a creare un suo impero ispirato dalla storia romana umana e da Cesare. Noa si imbarca nell’impresa di liberare il proprio popolo, affiancato dall’orangotango Raka (Peter Macon), uno degli ultimi seguaci delle parole di Cesare e l’umana Mae (Freya Allan), una dei pochi ancora non regredita allo stato animale, con l’obiettivo di raggiungere la base di Proximus per recuperare un artefatto che permetterà agli umani, o echo come vengono chiamati dalle scimmie, di recuperare la capacità di parlare.
Le ambientazioni della desolazione e delle rovine di una cultura e di una civiltà ormai morta, con grattacieli ormai ricoperti da piante si prestano benissimo in una storia epica dove le gesta di Cesare interpretato da Andy Serkis ancora riecheggiano. In un film dove si cerca di portare un messaggio di pace tra natura e umani, che mal grado tutto, questi ultimi, ancora si comportano con arroganza nei confronti della nuova specie dominante della Terra.
La CGI si conferma all’altezza dei primi 3 film con l’utilizzo del motion capture, catturando le performance degli attori e passando perfettamente lo stato emotivo ai primati presenti nei film, in una sceneggiatura scritta a doc da Josh Friedman (Avatar- La Via dell’Acqua) dove riprende molti elementi dei racconti epici greci.
Il Regno del Pianeta delle Scimmie insomma è un film che avvia quella che si prospetta una nuova trilogia epica, dove se riusciranno a mantenere la qualità di questa pellicola avremmo altri due film che sapranno emozionare gli spettatori, tenendoli incollati alla poltrona e facendoli commuovere ed esultare.
Il regno del pianeta delle scimmie disponibile nelle sale dal 08 maggio.