Il “Dumbo” firmato Tim Burton uscito nelle nostre sale il 28 marzo scorso: a 80 anni di distanza dal classico Disney, l’elefantino dalle orecchie spaziali, nonostante porti con sé nuove pesanti riflessioni, continua a volare con leggerezza disegnando i contorni di un sogno con un lievi tonalità “dark” e una scia di leggera nostalgia.
Protagonista indiscusso del magico cartone del 1941, il personaggio di Dumbo non assume lo stesso ruolo nel remake.
L’elefantino dalle orecchie spaziali così da unico protagonista si trasforma in trait d’union che lega tutti i personaggi, determinando il percorso delle loro evoluzioni. A riprova di ciò, alcune scene chiave del cartone, per molti intoccabili, sono state modificate, cambiando il punto di vista.
Gli elefanti rosa, da allucinazioni si trasformano in giochi di illusionismo circense. L’incontro fra Dumbo e la mamma diventa straziante più che commovente. Lo stormo di corvi presente nel cartone, scompare.Il mondo umano domina lo schermo e il numero di temi affrontati, fra le righe e non, aumenta con l’introduzione di nuovi personaggi.
La crudeltà alla base dello sfruttamento degli animali nei circhi viene ulteriormente evidenziata con i fari puntati sul diritto alla libertà di esseri nati per stare in natura e non chiusi in gabbie. Oltre alla tenerezza del rapporto madre-figlio, emergono spunti di riflessione sull’etica professionale, sulla comunicazione fra genitori e figli, sul dominio delle grandi multinazionali, sulla precarietà, sulla forza di volontà, sui valori che guidano le vite di ciascuno. Permane la morale del riscatto dei più deboli, dei diversi, dei freak che tanto piacciono a Tim Burton: se nel cartone la vittoria apparteneva solo all’elefantino, questa volta è un’intera categoria a rialzarsi vittoriosa.
Il trucco di Dumbo ha quell’inconfondibile tocco burtoniano che, per il resto, si manifesta ma in sordina. Questa scelta potrà deludere gli amanti del regista e del suo stile, così come lo stravolgimento della trama e dei personaggi presenti nel cartone firmato Walt Disney di 80 fa, potrà deludere i nostalgici che si aspettavano una maggior fedeltà. Ma proprio grazie a alla combinazione di queste due scelte, da semplice remake di un film per bambini, “Dumbo” diventa una pellicola destinata a un pubblico misto. Età e maturità dello spettatore diventano lenti che rendono visibili gli aspetti più impegnativi agli adulti. Gli stessi aspetti che restano celati dall’inconsapevolezza dei bambini, che usciranno dalle sale avendo visto solo la storia di un elefantino che, grazie a due bambini, scopre di saper volare, si ricongiunge alla madre riconquista con lei la libertà, di un “diverso” che alla fine vince.
Un Film che non porta sicuramente a pensare che sia girato da Tim Burton salvo quei cinque o dieci minuti di scenografie e musiche di Danny Elfman.
Voto Finale: 8
RECENSIONE DI PRATIS