Se cercate un film malinconico che vi faccia capire l’importanza e il bisogno che abbiamo dell’ALTRO, allora Chiamami col tuo nome è il film che fa per voi.
Infatti questo è esattamente quello che accade a Elio, un ragazzo diciassettenne, figlio e amante dell’arte, che cade preda dei suoi stessi sentimenti non appena vede Oliver, un ragazzo (molto più grande di lui) che è ospite nella sua casa per lavorare col padre.
So cosa state pensando: “oh, la solita storia d’amore” , mi rincresce (e mi rincuora) dirvi che non è così: l’amore non c’entra assolutamente nulla. Elio e Oliver non sono innamorati, sono persi l’uno per l’altro, li lega un sentimento così potente che gli fa bramare ogni attimo, ogni parola, ogni tocco o sussurro che l’altro gli da.
Il film mira ad esplorare la nascita di questo sentimento.
“Chiamami col tuo nome” gli chiese Oliver ad Elio.
“Chiamami col tuo nome e io ti chiamerò col mio.”
A Guadagnino, regista e co-sceneggiatore, non interessa rappresentare l’amore fra due ragazzi, gli interessa la scintilla che lo innesca.
Il cast stellare:
Timothee Chalamet interpreta Elio mentre Armie Hammer interpreta Oliver. Timothee spicca particolarmente fra i due (senza nulla togliere ad Armie), io gli avrei dato l’oscar solo per l’ultima scena, dove lui guarda il camino.
(Vedete il film, poi capirete)
Nel cast troviamo anche Michael Stuhlbarg, padre di Elio: bravissimo.
Nessuno degli attori ha stonato, tutti perfetti per i loro ruoli: questo ha contribuito a rendere il film liscio e palpabile.
La sceneggiatura è una cosa stupefacente (tanto da fargli vincere un Oscar) come la regia (david di Donatello).
Chiunque abbia letto il libro (cosa che consiglio) sa il grande lavoro di riadattamento.
La scenografia ci mostra un’Italia vecchio stile, ricostruendo tutto perfettamente. La colonna sonora che hanno inserito riesce ad ampliare ogni sentimento, già assordante nella scena, e a farti comprendere ogni dolore, gioia e apprensione dei personaggi.
Questo film mi ricorda perché amo il cinema.
La parte che mi è piaciuta di più è la scena (sul finale) dove il padre si denuda dei suoi sentimenti, distruggendo in un certo senso tutti gli stereotipi che abbiamo sui “padri”, e rincuora il figlio.
Spettacolare.
Consiglio la visione di questo film, una, due, tre volte.
RECENSIONE DI CINESBLOG