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Attack On Titan – The Last Attack: La recensione di un film superfluo

Incollare gli ultimi due episodi della stagione finale per tirare fuori un film che non aggiunge nulla al contenuto originale dà a vita ad Attack On Titan – The Last Attack (2025) di Yūichirō Hayashi.

Trama

Il boato della terra imperversa per mano di Eren, che, avendo tradito tutti i suoi amici, insegue l’obbiettivo dello sterminio dell’umanità al di là delle mura. Il suo Gigante d’Attacco, rinforzato con il potere del Fondatore, è alimentato dai suoi viaggi nel limbo sospeso fra spazio e tempo in cui convogliano i sentieri di tutti gli eldiani: è lì che ha incontrato la fondatrice Yimir ed è lì che ha elaborato il suo piano.

Intenti a contrastarlo, la provetta Mikasa, il brillante Armin, il malridotto capitano Levi, la comandante Hanji e i prodi Jean e Conny stringono un’alleanza con Falco, Gabi, Reiner (Gigante Corazzato), Peak (Gigante Carro) ed Annie (Gigante Femmina) per fronteggiare lo sterminio.

Vita o morte. Gloria o miseria. Riusciranno questi valorosi guerrieri a sferrare il colpo decisivo e salvare l’umanità?

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Un film superfluo

La spettacolarità della serie resta, e quest’opera rappresenta sicuramente un’occasione di recuperarne il finale nella sala cinematografica che supera esponenzialmente l’esperienza di fruizione casalinga. Tuttavia, per chiunque altro approcci il film – sia che si tratti di chi la conclusione di Attack On Titan l’ha già vista, sia che si tratti di persone interessate unicamente a questo prodotto – risulta un lavoro sprecato. Nulla viene aggiunto al racconto, se non alcune migliorie grafiche e d’animazione e una scena che decidiamo di non descrivere per evitare spoiler (si tratta, in ogni caso, di un momento del film slegato dalla narrazione).

Non è la prima volta che succede, esempi nel passato di AoT sono presenti: anche le prime tre parti della serie hanno ricevuto adattamenti in film-riassunto. È successo anche con altre importanti serie, per esempio con due film estrapolati dalla saga di Dragon Ball Z (1989-1996): Dragon Ball Z – La battaglia degli dei (2013) e Dragon Ball Z – La resurrezione di ‘F’ (2015). In queste ultime opere il processo è inverso, poiché dai due film sono stati ricavati episodi per la successiva saga di Dragon Ball Super (2015-2018), ma il succo della questione resta: pigrizia e avarizia vanno a braccetto.

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Conclusione

Consigliamo dunque la visione del film principalmente agli spettatori che devono terminare la visione dell’anime.

In tutte le sale italiane il 3, il 4 e il 5 marzo.

 

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